Ho dato vita a questo spazio soprattutto per raccogliere esperienze personali e altrui circa le buone pratiche che legano cultura e tecnologie. È un classico, quante volte c’è lo siamo detto: il mondo della cultura ha maggiori difficoltà rispetto ad altri territori a sfruttare le enormi potenzialità fornite dalla digital experience. Nel campo delle arti performative alcuni significativi passi in avanti sono stati fatti negli ultimi anni: gli operatori iniziano a capire l’impossibilità di snobbare i sociale media, l’importanza di avere un sito aggiornato e semplice da utilizzare e sul quale poter implementare la vendita dei biglietti. Il nodo è d’altronde quello che lega i nuovi media con l’audience development (“allargamento e diversificazione del pubblico e di miglioramento delle condizioni complessive di fruizione”). Il tema è al centro dell’agenda culturale europea. Raccontare, diffondere, coinvolgere e archiviare sono dunque parole d’ordine non solo per conquistare nuovo pubblico, ma anche per nutrire la fedeltà di quello già attivo, svegliare quello dormiente e occasionale. Se in ambiti più ricchi e popolari come il fashion o il food – per citarne un paio – è sempre più facile trovare esperienze in cui si intercettano le competenze digitali con le tradizioni locali, in altri ambiti, come quelli legati allo spettacolo dal vivo o alla cultura in generale, manca ancora la consapevolezza necessaria per il salto di qualità. Una presa di coscienza insomma che porterebbe anche a dirigere parte dei propri investimenti sul social media marketing, lo storytelling o più in generale il social media management. A mancare, nello specifico, è l’approccio professionale. Per risparmiare talvolta vengono lasciati stagisti o dipendenti (senza un aggiornamento professionale specifico) a galleggiare nel mare magnum dei social media. Come a dire: “Facebook lo utilizzano tutti, che che ci vuole?” E invece l’approccio di chi ne fa un mestiere – con tutto quello che questo comporta: aggiornamenti, studio, investimenti, pratica – è ben diverso e per natura non può che portare a prospettive più efficaci. In questi giorni la Puglia che negli ultimi anni è sempre stata in prima fila nel campo della promozione culturale e dello spettacolo dal vivo, sta dando ancora una volta prova di avere quella consapevolezza di cui parlavamo. Con il progetto Misteri e Fuochi realizzato grazie ai fondi europei e affidato al Teatro Pubblico Pugliese, in questo caso vero e proprio braccio armato della Regione, non solo vengono affidate a quattro diversi artisti altrettante città simbolo, ma ciò avviene nell’ambito del contemporaneo. Quattro artisti portatori di segni molto diversi: a Taranto l’esperienza di Armando Punzo, regista della Compagnia della Fortezza che negli anni ha saputo fare del teatro in carcere una possibilità artistica, a Brindisi la drammaturgia iconoclasta di Angélica Liddell reduce dalle ridicole polemiche vicentine, a Lucera la danza di Tamara Cubas e a Bari Shoja Azari e Shirin Neshat insieme al compositore, musicista e cantante iraniano Mohsen Namjoo . Il tema è quello del pellegrinaggio, nel quale confluiscono religiosità, e mistero, passione e sofferenza. Ma se fosse solo questo saremmo di fronte all’ennesimo bel progetto artistico che non lascerebbe altre tracce se non quelle ad opera di spettatori e giornalisti. Per sedimentare e amplificare i racconti locali il Teatro Pubblico Pugliese a chiamato quattro autori attivi sul piano nazionale, giornalisti, critici, blogger riconosciuti come influencer nella comunità teatrale. Ognuno di loro seguirà uno degli artisti durante gli ultimi giorni di prove che precedono la messinscena – i quattro Maestri sono venuti in Puglia per un periodo di creazione già a Luglio. Avrò il piacere di far parte di questo team di blogger seguendo il lavoro di Angélica Liddel a Brindisi. Da oggi dedicherò sguardo e ascolto alla creazione dell’artista catalana che andrà in scena il 27 al Castello Aragonese di Brindisi, Las puertas de la carne Seguite gli aggiornamenti di questa avventura sul blog dedicato, sui social con l’hashtag #misteriefuochi.
Andrea Pocosgnich
Info:www.teatropubblicopugliese.it/misteriefuochi/index.php/it